Misure per favorire lo smart working, le novità del Decreto Rilancio
In seguito all’emergenza sanitaria lo smart working da flebile realtà si è trasformata in una vera e propria opportunità. Se da un lato abbiamo visto sdoganare la possibilità di svolgere la propria attività lavorativa in modalità agile, anche grazie alla semplificazione della procedura telematica che ha permesso la trasmissione del semplice elenco nominativo dei lavoratori interessati anche in assenza di accordi individuali, dall’altro sicuramente sarà necessario ripensare il mondo del lavoro così come lo si è vissuto fino a oggi.
La modalità semplificata di comunicazione al Ministero del Lavoro dei lavoratori che svolgeranno la propria prestazione di lavoro in modalità agile è prevista fino alla fine dello stato di emergenza (a oggi 31/07/2020).
Tra le varie misure previste per promuovere l’utilizzo del lavoro agile, ricordiamo soprattutto la disposizione prevista dal Decreto Rilancio che prevede uno sgravio fiscale per le aziende che effettuano investimenti in tecnologie necessarie per lo svolgimento dell’attività lavorativa in smart working.
Sgravi fiscali smart working 2020, cosa c’è da sapere?
L’articolo 120 del Decreto Rilancio prevede un credito d’imposta smart working per le imprese che effettuano investimenti per l’adeguamento degli ambienti di lavoro al fine di rispettare le misure previste per il contenimento del virus Covid-19.
Sono agevolabili tutti gli investimenti che permettono di acquisire strumenti o tecnologie che possono garantire lo svolgimento in sicurezza dell’attività lavorativa. L’Agenzia delle Entrate con la circolare 20/E del 10/07/2020 chiarisce che possono essere agevolate anche le spese sostenute per consentire lo svolgimento dell’attività lavorativa in smart working.
Chi può beneficiare del credito d’imposta smart working?
Possono beneficiare del credito d’imposta sullo smart working:
- esercenti attività d’impresa, arte o professione in luoghi aperti al pubblico, quali ad esempio bar, ristoranti, alberghi;
- associazioni, fondazioni e altri enti privati anche nell’ipotesi in cui non svolgano attività aperte al pubblico.
Nella circolare dell'Agenzia delle Entrate n. 20/E del 10 luglio 2020 troviamo un elenco dettagliato dei codici Ateco delle attività destinatarie della misura in esame. Tra le principali ricordiamo:
- alberghi
- ristorazione
- agenzie di viaggio
- stabilimenti termali
- gestione di teatri o altre strutture artistiche
Credito d’imposta smart working: come funziona?
Al fine di fruire del credito d'imposta smart working in esame è necessario inviare tramite i canali telematici messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate una comunicazione contenente l’ammontare delle spese ammissibili sostenute fino al mese precedente alla data di sottoscrizione della comunicazione e l’importo che si prevede di sostenere successivamente, fino al 31/12/2020. L’ammontare del credito d’imposta smart working è pari al 60% delle spese sostenute nel 2020 per un massimo di 80.000 euro.
Il termine per l’invio della comunicazione contenente l’ammontare delle spese sostenute ai fini dell’adeguamento degli ambienti di lavoro va dal 20/07/2020 al 30/11/2021.
Il credito d’imposta smart working potrà poi essere utilizzato in compensazione all’interno del modello F24 a partire dal 1 gennaio 2021 e non oltre il 31 dicembre 2021. Ricordiamo infine che per utilizzare il credito d’imposta smart working all’interno del modello F24, quest’ultimo andrà presentato esclusivamente tramite i canali telematici messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate.