Le aziende stanno ripensando al modo di prendersi cura delle persone, in termini di D,E&I, Work-Life Balance, sostegno psicologico, aiuto ai caregiver.
I dati su benessere personale oggi ci dicono che è confermata la tendenza emersa già l'anno scorso che vedeva le donne e i più giovani, in particolare in Europa e specialmente in Italia, tra le categorie più colpite nel benessere e salute mentale a causa della pandemia da Covid-19 (AXA, 2021). Inoltre, l'Italia è anche l'unico Paese europeo in cui il numero delle persone che hanno fatto autodiagnosi supera quello di chi si è rivolto a uno specialista e a questo si associa anche una percezione elevata di stress: oltre la metà degli intervistati italiani ha dichiarato di sentirsi stressato.
Fino ad oggi, più del 60% delle aziende ha promosso azioni dirette ad aumentare il benessere dei propri lavoratori puntando però soprattutto su flessibilità (sia in termini di orario, sia di ricorso allo smart working) e/o benefit economici. Solo ora, invece, si guarda a iniziative volte a sostenere anche il benessere psicologico. Eppure, solo il 16,7% delle aziende ha una strategia di wellbeing, sebbene per il 40,3% rappresenti un fattore significativo per l’aumento della produttività (ricerca BVA Doxa per Mindwork).
Il fatto che ci sia attenzione al tema è già positivo, ma ancora in tanti casi le iniziative messe in
campo sono insufficienti, poco centrate o non partono da un vero e proprio ascolto delle persone.
E nella tua azienda? Hai notato dei cambiamenti?