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Abbiamo preso un caffè con Monica Bormetti, psicologa, trainer e founder di Smart Break.
Con lei abbiamo parlato degli impatti del digitale sul lavoro e sul benessere delle persone, e sulle migliori strategie da mettere in atto per sfruttare i vantaggi della tecnologia limitandone gli eccessi.
Qui sotto riportiamo un breve riassunto della conversazione. Se preferisci, puoi preparare un caffè e passare alcuni minuti con noi, riguardando il video.
COSA SI INTENDE PER BENESSERE DIGITALE E PERCHÉ È IMPORTANTE?
Il benessere digitale è l’equilibrio ideale che le persone raggiungono rispetto all’uso delle tecnologie, tanto nella vita privata quanto sul lavoro. Riguarda sia l’hardware (pc, smartphone, tablet) sia il software (mail, social network, notifiche…).
Trovare un equilibrio e lavorare sul benessere significa godere dei vantaggi della tecnologia riuscendo al contempo ad abbassarne i costi cognitivi, comunicativi, relazionali.
La ricerca negli ultimi anni ci dà molti riferimenti per considerare gli effetti negativi del digitale.
Gloria Mark (ricercatrice presso University of California, Irvine) studia gli impatti su concentrazione e performance. I suoi studi hanno evidenziato come la capacità dei “knowledge workers” di mantenere il focus su un compito specifico sia oggi diventata molto bassa – non più di 40 secondi prima di essere distratti. Stare davanti a uno o più schermi fa “saltellare” il nostro cervello tra molti task e lo allena ad una distrazione perenne. Uno studio dell’Economist in collaborazione con Dropbox (“Lost Focus”) ha calcolato che, negli USA, il 28% del tempo dei Knowledge Workers è occupato proprio da queste distrazioni.
All’impatto negativo sulla performance si aggiunge quindi una maggiore fatica dovuta ai tempi di lavoro che si allungano, e di conseguenza maggiore stress e minore benessere per l’individuo.
COSA POSSONO FARE LE AZIENDE – E IN PARTICOLARE I MANAGER?
Le organizzazioni possono lavorare su più aspetti, a partire da quello normativo, garantendo anche nei contratti di Smart Working un diritto alla disconnessione. Tuttavia le policy non sono sufficienti: per un reale cambiamento è necessario costruire una cultura digitale sana, e dunque lavorare anche sulle regole non scritte.
In ogni lavoro sono necessari momenti di “deep work”, ovvero lavoro focalizzato e libero da distrazioni. Per garantire questi momenti bisogna partire dal comportamento dei manager, che devono dare in questo il buon esempio:
- prendendosi in prima persona questi momenti di disconnessione e lavoro focalizzato, ed evitando mail, messaggi e telefonate in alcuni orari della giornata, o di notte;
- comunicando e dichiarando apertamente questo atteggiamento e l’importanza di limitare le distrazioni.
Tutto questo non è semplice in una cultura “always on”, in cui siamo spinti ad essere sempre connessi. Tuttavia l’iperconnessione nuoce a benessere e performance, e una cultura digitale più sana è necessaria.
Un altro aspetto da prendere in considerazione è la necessità di trovare regole condivise nell’azienda e nei team sugli strumenti, per non confonderne l’uso (disperdendo ad esempio informazioni rilevanti da ricordare nel flusso di una chat) e per non sovrapporli (usando telefonate, chat, email per veicolare la stessa richiesta). Senza regole condivise si genera confusione, overload informativo e aumentano i livelli di stress.
QUALI SONO LE PRINCIPALI STRATEGIE PER MIGLIORARE I COMPORTAMENTI INDIVIDUALI?
Al di là delle regole aziendali, ogni persona può mettere in atto alcuni buoni comportamenti per migliorare il proprio benessere digitale:
- Sfruttare meglio le pause. Microsoft ha pubblicato una ricerca sulla necessità di prevedere pause brevi e frequenti, soprattutto durante i collegamenti più lunghi o in caso di più riunioni consecutive: fare pause anche di pochi minuti consente al cervello di “resettare”, riposarsi e affrontare l’attività successiva in modo molto migliore. Le pause dovrebbero inoltre essere qualitativamente diverse rispetto all’attività precedente: alterniamo momenti di relazione a momenti individuali, posizione seduta ed eretta, allontaniamo gli occhi dagli schermi.
- Gestire meglio le comunicazioni scritte, che devono essere efficaci ma quantitativamente minori, Evitiamo gli scambi “botta e risposta”, molto semplici e immediati ma che hanno una capacità molto alta di creare distrazione; facciamo attenzione ad evitare troppi “cc” e inoltri.
- Limitare le fonti di distrazione e gli stimoli: ripuliamo il desktop, chiudiamo le schede del browser che non servono, e silenziamo tutte le notifiche quando abbiamo bisogno di lavoro focalizzato.
ALCUNI LINK PER APPROFONDIRE
Per approfondire le ricerche citate da Monica Bormetti nella conversazione:
- The Economist, In Search of Lost Focus: The engine of distributed work
- Gloria Mark, Work, Email, Distraction, Repeat: Switching tasks is ruining your workflow
- Microsoft, Research Proves Your Brain Needs Breaksv
Se vuoi raccontarci la tua esperienza, approfondire i temi dell’intervista o suggerirci nuove conversazioni, scrivici a pausa.caffe@zetaservice.com
Puoi riguardare tutta la conversazione con Monica Bormetti qui sotto. Buon caffè!