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Abbiamo preso un caffè con Francesco Ranghiasci, Design Thinking Facilitator e Social Designer a Sociolab.
Con lui abbiamo parlato di Design Thinking come metodologia per risolvere problemi complessi e come approccio per sviluppare competenze in azienda.
Qui sotto riportiamo un breve riassunto della conversazione. Se preferisci, puoi preparare un caffè e passare alcuni minuti con noi, riguardando il video.
IL DESIGN THINKING COME METODO PER IL PROBLEM SOLVING
Il design thinking è una metodologia che permette di individuare soluzioni innovative ed efficaci nello sviluppo di prodotti e servizi, ma non solo. Più in generale è un approccio multidisciplinare che fonda le proprie basi su diversi ambiti tra cui la sociologia, l’antropologia, il design ma anche la pianificazione d’impresa e il business planning.
Il termine è relativamente recente: nasce tra la metà degli anni ’80 e ’90 da studi sul “Design antropocentrico”, la tendenza a mettere al centro le persone nel processo di progettazione.
Possiamo definirlo come un approccio al problem solving basato su due elementi fondamentali:
- L’empatia. Ascoltare e comprendere i veri bisogni della persona che sta vivendo il problema da risolvere. Per comprendere il valore dell’empatia pensiamo ai limiti che caratterizzano molti oggetti di uso comune, non funzionali o addirittura inutilizzabili perché progettati senza un interesse ed un approfondimento dei reali bisogni dell’utente finale.
- La creatività. Il design thinking è un approccio innovativo alla progettazione, che cerca di risolvere problemi complessi andando alla ricerca di una soluzione non convenzionale. Adottare un approccio creativo di esplorazione e messa in discussione continua ci permette di far emergere durante il processo problematiche che inizialmente non erano chiare, di comprendere come l’obiettivo iniziale in realtà dovesse essere ridefinito e quindi di aggiustare il tiro in corsa.
Quante volte accade di spendere energie, tempo e risorse per risolvere un non-problema? L’apertura mentale che caratterizza l’approccio del design thinking permette di evitare di portare avanti progetti che stanno rispondendo ad un problema mal formulato, incompleto o inesistente.
IL DESIGN THINKING COME STRUMENTO PER SVILUPPARE COMPETENZE
Lo scopo del Design Thinking non riguarda solamente l’output del processo: oltre allo sviluppo di un risultato finale, il processo stesso è un’occasione di arricchimento continuo per il team e di sviluppo di competenze individuali.
A livello individuale consente di sviluppare competenze di ascolto, comunicazione, collaborazione, creatività; favorisce un approccio critico rispetto alle proprie idee e non giudicante rispetto alle idee degli altri.
Inoltre, stimola l’apprendimento continuo: una delle competenze più richieste al giorno d’oggi dal mercato del lavoro. Con questa metodologia non si smette mai di imparare, ci sono continui cicli di apprendimento che consentono sempre nuovi “insight”.
A livello di team, un vantaggio importante è il rafforzamento del legame umano e professionale tra le persone, promosso da un approccio che mira a valorizzare tutti i diversi punti di vista e le diverse sensibilità.
IL DESIGN THINKING APPLICATO ALL’HR
Recentemente la metodologia del Design Thinking – o perlomeno l’approccio che lo caratterizza – ha trovato diverse applicazioni in ambito HR:
- nella gestione delle persone e dei team all’interno dell’organizzazione;
- come strumento per aprire spazi di creatività, per promuovere l’innovazione, per sviluppare progetti personali;
- come approccio per migliorare la collaborazione dei team;
- dove la cultura aziendale lo consente, si può arrivare ad utilizzarlo anche nel design organizzativo, per modificare la struttura stessa dell’organizzazione.
Per diffondere a livello aziendale questo tipo di approccio è necessario per le funzioni HR sviluppare un genuino interesse verso le persone: collaboratori, fornitori, clienti, partner. È dall’ascolto e dall’osservazione, supportati da una metodologia strutturata, che nascono idee innovative ed efficaci.
Se vuoi raccontarci la tua esperienza, approfondire i temi dell’intervista o suggerirci nuove conversazioni, scrivici a pausa.caffe@zetaservice.com
Puoi riguardare tutta la conversazione con Francesco Ranghiasci qui sotto. Buon caffè!