I nostri caffè sono conversazioni brevi e informali. Quindici minuti, un paio di volte al mese, per esplorare nuovi e diversi punti di vista, guardare cosa c’è “fuori” e farci ispirare. Le dirette sono alle 11 di mattina su LinkedIn: puoi seguire la nostra pagina per tutti i nuovi appuntamenti.
Abbiamo preso un caffè con Francesca Devescovi, CEO di DigitAlly, una startup che si occupa di inserire i giovani laureati nel mondo del lavoro, lavorando sulle competenze digitali.
Con lei abbiamo parlato della distanza tra le competenze digitali sul mercato del lavoro e quelle di cui hanno bisogno le aziende, e di come colmarla.
Qui sotto riportiamo un breve riassunto della conversazione. Se preferisci, puoi preparare un caffè e passare alcuni minuti con noi, riguardando il video.
COSA SI INTENDE PER COMPETENZE DIGITALI?
Quando parliamo di competenze digitali facciamo riferimento a due categorie:
- le competenze tecniche, legate ai tool, all’uso degli applicativi, all’analisi dei dati…;
- le competenze trasversali, o “superskills”, legate al mindset di chi lavora in digitale, e deve apprendere skills tecniche sempre nuove.
Negli ultimi anni abbiamo visto una sempre maggiore diffusione delle tecnologie digitali nella vita, nel lavoro, e anche nel percorso scolastico di chi deve entrare nel mondo del lavoro.
Il 2020 ha rappresentato una grande spinta in avanti, nelle nostre vite personali tanto quanto sul lavoro. Molte aziende hanno dovuto spostare settori sempre più ampi del loro business o della loro organizzazione in digitale, e per sostenere questo passaggio servono nuovi strumenti, nuove competenze, nuove figure professionali.
COS’È LO SKILLS MISMATCH? QUALI COMPETENZE DIGITALI CERCANO LE AZIENDE?
Lo Skills Mismatch è il divario tra quanto si apprende a scuola e nelle università (che resta spesso un sapere molto teorico), e la necessità delle aziende di nuove competenze molto concrete e pratiche, per sostenere l’innovazione. Le aziende faticano a trovare sul mercato del lavoro ciò di cui hanno bisogno, e nonostante l’alto tasso di disoccupazione giovanile, molti posti rimangono vacanti.
Questo gap esiste anche quando si guarda alle nuove generazioni di nativi digitali; a una grande abitudine al digital, non corrispondo competenze applicabili in campo lavorativo.
LinkedIn stila ogni anno una classifica degli annunci di lavoro che meno trovano una risposta. Secondo queste statistiche le figure professionali più difficilI da trovare oggi in Italia riguardano tre aree:
- La programmazione
- Il Digital Marketing
- L’analisi dei dati
Le nuove figure professionali non sono necessariamente da trovare nelle facoltà tecniche, di ingegneria o informatica: anche chi ha una formazione umanistica può intraprendere con grande successo carriere nel digitale. Anzi, un approccio trasversale è molto utile nel nuovo mondo del lavoro.
L’altra “Superskill” fondamentale è la capacità di lavorare bene in team: sapere condividere informazioni, comunicare efficacemente e dare visibilità agli altri del proprio lavoro.
COME INTEGRARE LE NUOVE COMPETENZE IN AZIENDA?
Una volta inseriti in azienda giovani talenti e nuove competenze, le aziende devono integrare l’approccio digital con le procedure aziendali esistenti, e diffondere competenze tra chi lavora in azienda da molti anni, ed è meno pronto al cambiamento.
Inoltre le competenze tecniche diventano obsolete molto rapidamente: nel giro di pochi anni tecnologie, software, applicativi che sembravano indispensabili escono dal mercato.
Come far fronte a queste sfide?
I consigli di Francesca sono tre:
- percorsi di Cross-Mentoring, che consentano lo scambio di competenze digitali (dai junior ai senior) e di un approccio organizzativo strutturato (dai senior agli junior);
- una formazione tecnica continua, mirata e personalizzata su ruoli e figure chiave;
- una formazione trasversale che consenta di lavorare sul mindset: un’azienda Agile è un’azienda che ha imparato ad imparare e che sviluppa costantemente nuove competenze.
Puoi riguardare tutta la conversazione qui:
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