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24 aprile 2025 Tipi di formazione: quali sono e come scegliere
Spunti di vista| Eleva

Tipi di formazione: quali sono e come scegliere

Cos’è la formazione aziendale e perché oggi è strategica

Il 12 giugno 2005, alla Stanford University di Palo Alto, Steve Jobs pronunciò una frase che ancora oggi ispira milioni di persone a non perdere mai la curiosità e l'ambizione di cambiare il mondo, anche con un pizzico di follia:
“Stay hungry, stay foolish.”

Per le organizzazioni e i propri vertici, queste parole rappresentano una duplice sfida:

  • Essere hungry e foolish: mantenere una mentalità aperta, disposta ad accogliere il nuovo e prospettive differenti;
  • Far essere hungry e foolish: stimolare le proprie persone affinché siano desiderose di apprendere e migliorarsi, così da diventare creatori di innovazione e portatori di punti di vista inediti.

In questo caso, il motto potrebbe essere riadattato in un nuovo imperativo:
 “Keep hungry, keep foolish.”

Raggiungere questo secondo obiettivo può rivelarsi complesso, ma le organizzazioni hanno a disposizione un valido alleato: la formazione aziendale.
Si tratta di un insieme – più o meno strutturato – di iniziative e attività finalizzate allo sviluppo, alla modifica o all’eliminazione di competenze, abilità, atteggiamenti e comportamenti.

Oggi la formazione aziendale paga – e non poco.
A dimostrarlo sono diversi studi:

  • La società canadese Go2HR rileva che il 40% dei dipendenti è più propenso ad abbandonare l’azienda entro i primi 12 mesi se non riceve una formazione adeguata per svolgere il proprio ruolo;
  • Il rapporto 2023 di Assolombarda mostra un incremento del 15% nella produttività delle aziende che investono in programmi di formazione continua, rispetto a quelle che non lo fanno.

Riduzione del turnover, miglioramento del clima aziendale, aumento della produttività e della capacità di profitto sono solo alcuni dei vantaggi concreti della formazione.

Tra le sue caratteristiche principali spicca l’adattabilità: grazie alla varietà di tipologie e alle diverse modalità di erogazione disponibili, le aziende possono permettere alle proprie persone di fare formazione quando, dove e come preferiscono.

Formazione aziendale: dove e quando

L’aspetto che determina maggiormente l’adattabilità della formazione aziendale è la modalità di erogazione: sincrona o asincrona.

Formazione sincrona

La modalità sincrona avviene in tempo reale, con la presenza contemporanea, fisica o virtuale, di trainer e partecipanti.
Questo approccio offre numerosi vantaggi, tra cui:

  • Favorire l’interazione tra pari e con il trainer;
  • Promuovere il confronto diretto e la nascita del gruppo;
  • Fornire spiegazioni alternative per facilitare la comprensione di un concetto.

La criticità principale è rappresentata dalla necessità di un’alta disponibilità di tempo: i partecipanti devono bloccare le proprie agende in fasce orarie predefinite e non modificabili.

Anche la scelta del luogo è un aspetto determinante della formazione sincrona. Ogni tipo di attività formativa ha il suo ambiente ideale, in grado di ottimizzare l’esperienza e massimizzarne i risultati, ad esempio:

  • Per il team building o la formazione esperienziale, è consigliabile un luogo fisico;
  • Per corsi orientati all’apprendimento di una nuova lingua o software specifici (come Excel), risultano più efficaci le aule virtuali.

Formazione asincrona

Opposta alla modalità in tempo reale, la formazione asincrona non richiede la compresenza di trainer e partecipanti, consentendo a questi ultimi di accedere ai contenuti in modo flessibile.

Questa modalità si basa su:

  • Piattaforme di apprendimento digitali;
  • Studio autonomo da parte dei partecipanti.

L’insegnante non svolge un ruolo attivo durante l’aula, ma può comunque monitorare le attività svolte.

I vantaggi principali della formazione asincrona sono:

  • Flessibilità oraria totale;
  • Assenza di limiti al numero di partecipanti.

Tuttavia, presenta anche alcune criticità:

  • Mancanza di personalizzazione nella comunicazione;
  • Impossibilità di chiedere chiarimenti in tempo reale;
  • Offerta di spiegazioni uniche e generali;
  • Necessità di un alto livello di autodisciplina da parte dei partecipanti.

I dilemmi della formazione in azienda: gli aspetti su cui riflettere

Quando un’azienda decide di investire nella formazione, è importante soffermarsi su alcuni aspetti chiave. Tra questi, due meritano particolare attenzione: la struttura dell’intervento formativo e la scelta del metodo più adatto alle esigenze dei partecipanti.

La struttura dell’intervento

La prima grande scelta riguarda la durata e l’impostazione della formazione: meglio un intervento singolo oppure un percorso articolato e continuativo?

Nel primo caso, si parla di formazione one shot, una modalità che prevede un unico momento formativo, della durata di una giornata o anche solo mezza. 

Questo tipo di intervento viene spesso utilizzato per sensibilizzare su temi specifici – come la diffusione dei valori aziendali o iniziative legate alla diversità e inclusione – oppure per introdurre nuove procedure o affrontare situazioni urgenti, come cambiamenti organizzativi improvvisi. Il suo punto di forza sta nella rapidità e focalizzazione: riesce ad accendere l’attenzione e a concentrare l’energia su un argomento ben definito. Tuttavia, proprio questa immediatezza può diventare il suo limite. Il rischio è che l’apprendimento rimanga superficiale, difficilmente consolidabile nel tempo e, di conseguenza, poco efficace nel generare un reale cambiamento.

Dal punto di vista organizzativo, resta comunque una scelta strategica: è meno costosa, più semplice da pianificare e poco impattante sulla routine aziendale. Ma è proprio per questi stessi motivi che, in molti casi, può rivelarsi non sufficiente.

Diversamente, il percorso formativo continuativo diluisce l’apprendimento nel tempo e si compone di più incontri, talvolta arricchiti da attività di follow-up, sessioni di coaching o ulteriori momenti di confronto. È una scelta più impegnativa, certo, ma anche più solida, in particolare quando l’obiettivo è agire sulla cultura aziendale o accompagnare team e persone in processi di trasformazione, come l’introduzione di un sistema di performance management o lo sviluppo di soft skills complesse.

Nonostante richiedano maggiori investimenti – sia in termini di tempo che economici – e un impegno organizzativo più consistente, offrono risultati più solidi e duraturi, permettendo:

  • un apprendimento graduale e profondo;
  • un maggiore coinvolgimento dei partecipanti;
  • un monitoraggio costante dell’efficacia formativa;
  • una personalizzazione in itinere delle attività, in base a bisogni e imprevisti emergenti.

Il metodo più adatto

Una volta definita la struttura, è fondamentale scegliere il metodo formativo più adeguato. Le opzioni principali sono due: formazione frontale e formazione esperienziale.

La formazione frontale, o tradizionale, si basa su un modello scolastico: il formatore espone i contenuti e i partecipanti li ricevono in modo prevalentemente passivo. Spesso criticata per il suo basso livello di interazione, la formazione frontale trova però ancora oggi un suo spazio legittimo, soprattutto in quei contesti in cui è necessario trasmettere nozioni teoriche, conoscenze tecniche o procedure, oppure quando ci si rivolge a un pubblico ampio o poco esperto. 

I vantaggi di questo metodo sono:

  • una struttura chiara e ordinata;
  • un buon controllo su tempo e contenuti.

La formazione esperienziale, o Learning by Doing, coinvolge invece i partecipanti in attività pratiche come giochi di ruolo, simulazioni o lavori di gruppo. Questo approccio è particolarmente adatto per:

  • sviluppare competenze trasversali (es. team working, feedback costruttivo);
  • promuovere cambiamenti nei comportamenti organizzativi;
  • rafforzare la leadership e la coesione nei team.

Il teorico statunitense David Allen Kolb ha dato una struttura a questo approccio, sottolineando come l’apprendimento esperienziale generi un maggiore coinvolgimento emotivo e cognitivo da parte dei partecipanti, con un impatto positivo sulla durata e profondità dell’apprendimento.

Tuttavia, non è una formula valida per ogni contesto: alcune tematiche non si prestano a essere apprese attraverso la pratica, e la gestione di gruppi molto numerosi può complicarne l’efficacia. In questi casi, potrebbe risultare poco adatto o difficilmente realizzabile.

Come scegliere il tipo di formazione giusto per la tua azienda

Per scegliere il tipo di formazione giusto per la tua azienda il primo passo è solo uno: mettersi in ascolto. 

Ascoltare le persone tramite dei colloqui individuali o delle survey è il primo passo per far sì che gli investimenti nella formazione non vadano mai a vuoto. Grazie ad una corretta analisi dei bisogni, fatta internamente o tramite il supporto di enti consulenziali esterni come Zeta Service Eleva, è possibile: 

  • Individuare quali sono le aree di forza e di miglioramento sia secondo il punto di vista dei vertici aziendali che il punto di vista delle persone che compongono l’azienda;
  • Confrontare le aree di miglioramento individuate e dare loro una priorità di intervento;
  • Capire come intervenire: tempistiche, modalità, contenuti da trattare e come adattare tutto ciò alle persone ed ai team direttamente coinvolti.  

Benjamin Franklin, scienziato e padre fondatore degli Stati Uniti d’America, disse: 

“Un investimento in conoscenza paga il miglior interesse”

Ed è proprio con questo spirito che Zeta Service Eleva affianca le aziende, offrendo un supporto completo sia nella fase organizzativa e strategica (backoffice), sia in aula, con percorsi strutturati e concreti.

Un accompagnamento pensato per generare valore reale, tangibile, e per fare in modo che ogni euro investito in formazione torni moltiplicato in crescita, competenze e innovazione.