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22 novembre 2024 Pensione con Quota 103: Cos’è e Come Funziona
Area Normativa Normativa Lavoristica Pensioni

Pensione con Quota 103: Cos’è e Come Funziona

La pensione con Quota 103 rappresenta una forma di anticipo pensionistico rispetto ai requisiti ordinari attualmente in vigore. Questa misura si inserisce nel contesto della transizione verso una maggiore flessibilità nel sistema pensionistico, dopo l’esperimento di Quota 100 e Quota 102, che risultavano meno penalizzanti per i lavoratori rispetto alla Quota 103.

Quota 103 è stata formulata con l’obiettivo di conciliare il diritto alla pensione anticipata con la sostenibilità finanziaria del sistema previdenziale. Tuttavia, nella formulazione attuale prevista dalla Legge di Bilancio 2024 applicabile per chi matura i requisiti dal 1° gennaio al 31 dicembre 2024, appare poco appetibile e quindi scarsamente utilizzata. Nonostante ciò, in alcuni casi può rappresentare un’ottima opportunità per anticipare la pensione.

Quota 103 consente infatti ai lavoratori in possesso di determinati requisiti di andare in pensione prima dei 67 anni, oggi richiesti per l’accesso alla pensione ordinaria. Il meccanismo somma l’età anagrafica con gli anni di contributi fino ad arrivare alla soglia di 103.

Quota 103: Requisiti e Limiti

Per il 2024, i requisiti previsti dalla norma per accedere alla pensione anticipata con Quota 103 sono:

  • Età anagrafica: almeno 62 anni.
  • Contributi: 41 anni.

L’articolo 1, comma 139, della legge n. 213/2023 ha introdotto alcune penalizzazioni significative:

  1. Finestra temporale:
    Dopo la maturazione del diritto, è prevista una finestra di 7 mesi (elevata a 9 mesi per i dipendenti pubblici) prima dell’erogazione della pensione. Nel 2023, questa finestra era di 3 mesi per i lavoratori privati e 6 mesi per i pubblici.
  2. Calcolo contributivo:
    La pensione viene calcolata esclusivamente con il metodo contributivo, generalmente meno favorevole, anche per chi rientra nel sistema misto (con anzianità contributiva al 31 dicembre 1995).
  3. Importo massimo:
    L’importo lordo mensile non può superare 4 volte il trattamento minimo (pari a 2.394,44 € per il 2024) fino al raggiungimento dei 67 anni. Nel 2023, il limite era di 5 volte il minimo.

Nonostante queste penalizzazioni, la misura rimane un’opzione valida per chi, per varie ragioni, desidera smettere di lavorare prima dei 67 anni.

“Bonus Maroni”: Incentivo per il Trattenimento in Servizio

La Legge di Bilancio 2023 ha introdotto il cosiddetto “Bonus Maroni”, un incentivo in busta paga per i lavoratori che, pur avendo i requisiti per Quota 103, scelgono di continuare a lavorare.

Chi rinuncia alla pensione anticipata può ricevere in busta paga la quota di contribuzione a proprio carico (pari al 9,19%), che altrimenti sarebbe versata all’INPS. Tuttavia, il bonus costituisce reddito ai fini IRPEF, pur non essendo soggetto a contributi. Questo comporta una tassazione secondo lo scaglione IRPEF di riferimento.

Inoltre, non versando la quota di contributi a proprio carico, si riduce l’importo della futura pensione, rendendo il “Bonus Maroni” poco attraente.

Per il 2025, la bozza della Legge di Bilancio prevede che il bonus sia percepito al netto, quindi non soggetto né a contributi né a IRPEF. Si attende conferma nel testo definitivo.

Prospettive Future

Quota 103 è una misura non strutturale, introdotta temporaneamente con norme che possono essere modificate, confermate o abrogate di anno in anno, come avvenuto nel 2024.

La bozza della Legge di Stabilità 2025 prevede al momento la conferma di Quota 103 con gli stessi requisiti e penalizzazioni del 2024. Tuttavia, qualora la misura non fosse riconfermata, chi matura i requisiti entro il 31 dicembre 2024 potrà comunque accedere alla pensione anticipata anche successivamente, alle condizioni previste per il 2024.