I nostri caffè sono conversazioni brevi e informali. Quindici minuti, un paio di volte al mese, per esplorare nuovi e diversi punti di vista, guardare cosa c’è “fuori” e farci ispirare. Le dirette sono alle 11 di mattina su LinkedIn: puoi seguire la nostra pagina per tutti i nuovi appuntamenti.
Abbiamo preso un caffè con Francesca Parviero, Learning experience designer ed esperta di personal branding. Con lei abbiamo parlato di LinkedIn dal punto di vista HR: quali competenze mettere in campo? Quali opportunità e quali rischi?
Qui sotto riportiamo un breve riassunto della conversazione. Se preferisci, puoi preparare un caffè e passare alcuni minuti con noi, riguardando il video.
NON NE PUOI FARE A MENO: LINKEDIN COME STRUMENTO DI BUSINESS INTELLIGENCE
LinkedIn non è una novità: esiste da molti anni (è nato quasi 20 anni fa, nel 2002!), e oggi nessuna azienda ne può più fare a meno.
Utilizzare questo canale con un’ottica HR significa vederne il potenziale di Empowerment: LinkedIn non riguarda solo il recruiting, l’head hunting, ma anche i processi di vendita, l’acquisizione di nuovi fornitori, la conoscenza di partner strategici, l’analisi del mercato e di potenziali nuovi business...
VOCE PERSONALE vs AZIENDALE: COME USARE LINKEDIN PERCHÉ NON SIA UN’OCCASIONE SPRECATA
Su LinkedIn troviamo davvero tantissime aziende italiane, più e di meno virtuose. Il “peccato” più frequente che si riscontra su alcuni dei loro profili è l’incoerenza: a volte si investono molte risorse in società di consulenza per organizzare grandi campagne di comunicazione, per poi cadere sulla presenza di profili personali, anche appartenenti a dirigenti o figure di primo piano dell’azienda, totalmente inadeguate, e quindi dissonanti.
LinkedIn è uno strumento che si è molto evoluto nel corso del tempo: da una presenza solo personale si è passati alla creazione di pagine aziendali, gruppi, corsi e e-learning, promozione di contenuti pubblici…
Di fronte a questa sempre maggiore complessità, non tutti hanno saputo adeguare il proprio comportamento.
La cosa più difficile è bilanciare la propria voce personale con quella aziendale. Un grosso errore, soprattutto da parte dei dirigenti, è quello di replicare un linguaggio da PR, da agenzia di comunicazione (ad esempio con l’uso di molti hashtag), o da parte delle persone un acritico sbilanciamento verso i proclami e i valori aziendali. La vera forza di LinkedIn è invece l’empowerment che nasce dal basso, dall’espressione di tutte le voci in azienda. Trovare il proprio modo di esprimere la propria identità, il proprio ruolo, la propria professionalità è la chiave perché LinkedIn non sia un’occasione sprecata.
VIETATO ESAGERARE: IL SENSO DELLA MISURA È IMPORTANTE
È giusto essere presenti, sfruttare il mezzo per tutte le sue potenzialità e cercare un modo personale per esprimersi. Tuttavia dobbiamo avere il senso della misura rispetto a elementi qualitativi e quantitativi.
- Evitiamo di postare troppi contenuti
- Facciamo attenzione alle connessioni troppo frequenti. Seguire una persona per i suoi post pubblici segnala un interesse; richiedere una connessione significa iniziare ad instaurare una relazione dal punto di vista umano, e la gestione di questa relazione richiede impegno e rispetto!
- Rispettare il codice del contesto, mantenendo un tono professionale. Evitiamo di condividere storie lacrimevoli e acchiappa-clic, evitiamo di condividere contenuti non verificati (a volte vere e proprie bufale!). La nostra immagine – e quella della nostra azienda - passa anche da quello che consigliamo.
È importante saperci prendere un maggiore tempo di riflessione e tenere sempre conto che ci stiamo muovendo in un contesto aziendale: siamo sempre a contatto con colleghi, superiori, fornitori, clienti, futuri datori di lavoro…
Più che di “Personal Branding” possiamo parlare di empowerment delle persone. LinkedIn ha bisogno di andare oltre un approccio basato solo sul marketing: è importante inseguire l’autenticità, far emergere il valore unico delle persone, non cercare a tutti i costi di inseguire modelli che non corrispondono a chi siamo.
E non confondere la confidence con la competence, ovvero l’apparire più dell’essere. è giusto che ogni persona occupi il proprio spazio narrativo, anche online.
COSA FARE? TIPS E SUGGERIMENTI PER HR
Non ci sono ricette uguali per tutti per quanto riguarda il modo di stare online: non solo ogni persona, ma ogni azienda è diversa.
Per questo può essere utile aprire un confronto interno all’azienda, mettendo sul tavolo opportunità e criticità, per cercare un modo condiviso per muoversi bene online.
Una buona guida è data dall’esplorazione: cosa fanno le altre (grandi) aziende, in Italia e all’estero? Chi si tiene informato può riportare in azienda esempi positivi e best practices.
Infine, teniamo conto del fatto che il “corso su LinkedIn” non basta: può essere un punto di partenza, ma presuppone una visione strategica sull’impatto che questo canale ha nella comunicazione dell’azienda.
Se vuoi raccontarci la tua esperienza, approfondire i temi dell’intervista o suggerirci nuove conversazioni, scrivici a pausa.caffe@zetaservice.com
Puoi riguardare tutta la conversazione con Francesca Parviero qui sotto. Buon caffè!