I nostri caffè sono conversazioni brevi e informali. Quindici minuti, un paio di volte al mese, per esplorare nuovi e diversi punti di vista, guardare cosa c’è “fuori” e farci ispirare. Le dirette sono alle 11 di mattina su LinkedIn: puoi seguire la nostra pagina per tutti i nuovi appuntamenti.
Abbiamo preso un caffè con Montserrat Fernandez Blanco, organizzatrice per l’Italia delle FuckUp Nights.
Con lei abbiamo parlato di fallimento e di come trasformare gli errori in occasioni di crescita
Qui sotto riportiamo un breve riassunto della conversazione. Se preferisci, puoi preparare un caffè e passare alcuni minuti con noi, riguardando il video.
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LE FUCKUP NIGHTS: COSA POSSIAMO IMPARARE DALLE STORIE DI INSUCCESSO?
Le FuckUp Nights sono nate in Messico nel 2012 da una serata tra amici che, davanti a una bottiglia, hanno cominciato a fare un bilancio delle rispettive vite professionali. Tra progetti zoppicanti e startup fallite, sarebbe stato facile deprimersi... ma perché farlo? Il fallimento di un progetto non fa di noi dei falliti!
Riuscire a superare la vergogna dei propri insuccessi, non tenerli nascosti ma condividerli aiuta anche a superare una visione vittimistica: il fallimento riguarda tutti e tutti ci possiamo riconoscere in questo tipo di storie!
Da quel momento le FuckUp Nights si sono diffuse in tutto il mondo, compresa l’Italia, secondo una formula codificata: un ambiente informale e tre speaker che raccontano le proprie storie di fallimenti professionali. Ogni persona affronta il tema da una prospettiva diversa che consente una visione molto più ampia sulla propria esperienza.
D’altronde, quanta conoscenza perdiamo nel nascondere le storie di fallimento imprenditoriale e studiare, invece, solo le storie di successo?
E ancora: quanti benefici possiamo ottenere grazie a questa nuova prospettiva?
FALLIRE È INEVITABILE, MA DOBBIAMO IMPARARE A FARLO BENE
La prima idea da sradicare è quella del fallimento come fatto identitario: fallisce un progetto, non una persona. E non si fallisce solo per aver lavorato male: a volte siamo troppo innovativi, troppo in anticipo sui tempi.
Non dobbiamo neppure minimizzare le difficoltà: fallire era e resta una cosa difficile da affrontare, in qualsiasi ambito. Dobbiamo però accettare il fatto che sia inevitabile e trovare un modo sano per farlo.
Accettare l’errore come parte del processo è ancora più fondamentale oggi: il mondo del lavoro è cambiato e continua a cambiare in modo molto veloce, e tutte le aziende devono trovare soluzioni nuove: questo significa dover correre dei rischi e accettare che ci possano essere degli errori.
Nasconderci non serve a nulla: oggi più che mai dobbiamo guardare quella parte che di solito rifuggiamo.
COME AVERE UN BUON RAPPORTO CON GLI ERRORI IN AZIENDA?
In azienda l’errore fa davvero paura e imparare ad affrontarlo in modo diverso è molto complesso, a maggior ragione in un momento storico in cui la pressione per essere sempre più innovativi e performanti è altissima.
Un primo passo è certamente la condivisione: se il fallimento ci riguarda tutti, condividere questo tipo di storie diventa liberatorio.
Poterci specchiare negli errori degli altri ci aiuta a superare la paura del futuro: ci dà forza, coraggio, fiducia.
Ma cosa possiamo fare concretamente, a partire dai nostri ambienti di lavoro?
I consigli di Montserrat sono tre:
- Non negare. Nessuno ci educa all’errore e la cosa che viene più naturale è negare l’evidenza. Cominciamo, invece, ad ammettere e condividere i nostri errori.
- Diamoci il tempo. Non pretendiamo di avere subito una soluzione! Se è vero che è importante il “Fail Fast”, ovvero la capacità di rialzarsi subito, è anche più importante il “Fail Mindfully”: diamoci il tempo per capire cosa non ha funzionato e cosa fare diversamente!
- Affrontiamo l’errore collettivamente. Cerchiamo di capire come misuriamo il successo in azienda, senza provare a far passare come vincenti anche progetti che non lo sono: troviamo il coraggio di vedere e affrontare il fallimento insieme agli altri!
Puoi riguardare tutta la conversazione qui:
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