La gestione della diversità generazionale sul luogo di lavoro in Italia rappresenta una sfida importante per le aziende, che devono confrontarsi con la presenza di tre diverse generazioni in contemporanea: i baby boomer, i millennial e la generazione Z.
Se da un lato gli stereotipi generazionali possono generare tensioni, dall'altro una gestione efficace della diversità può portare a vantaggi significativi, come la stimolazione dell'innovazione e della creatività grazie al mix di competenze e punti di vista diversi.
Il reverse mentoring come traino della collaborazione e dell’innovazione aziendale
Il reverse mentoring è un’attività di tutoraggio dove un membro junior condivide le sue conoscenze e competenze ad un membro senior (da qui reverse).
Il reverse mentoring in azienda può aiutare a scardinare i pregiudizi tra generazioni perché favorisce lo scambio di conoscenze, esperienze e punti di vista tra i dipendenti di diverse età; creando un ambiente in cui le differenze generazionali vengono apprezzate anziché viste come un ostacolo.
Nasce alla fine degli anni ’90, quando Jack Welch di GE utilizzò questa strategia per insegnare ai dirigenti senior l’utilizzo di Internet grazie all’aiuto dei colleghi più giovani. Ma il moderno mentoring-inverso va ben oltre la semplice condivisione della conoscenza tecnologica: i programmi di oggi si concentrano sul modo in cui i dirigenti senior pensano alle questioni strategiche, alla leadership e alla mentalità con cui affrontano il proprio lavoro.
Perché organizzare dei programmi di reverse mentoring?
Oltre a rompere gli stereotipi e i pregiudizi che le diverse generazioni potrebbero avere l'una sull'altra, ci sono anche altri motivi per cui il reverse mentoring aziendale può essere utile all’organizzazione:
- Il reverse mentoring aiuta a migliorare la comunicazione e la comprensione aprendo prospettive e punti di vista diversi altrimenti non accessibili;
- Favorisce un clima di fiducia e rispetto reciproco, contribuendo a creare un ambiente di lavoro più armonioso e produttivo;
- Permette ai collaboratori più senior di rimanere al passo con i rapidi cambiamenti nella società, aggiornare le proprie competenze e conoscenze sul mondo “esterno” all’azienda, alle nuove tendenze, la cultura e le evoluzioni di mercato e del mondo del lavoro in generale, oltreché aggiornare le competenze in ambito digitale;
- Il reverse mentoring può favorire lo sviluppo della leadership e delle capacità di mentoring nei collaboratori più giovani, offrendo loro l'opportunità di assumere un ruolo attivo all'interno dell'azienda e di contribuire al suo successo;
- Stimola un ambiente di apprendimento continuo.
L’approccio Eleva per un piano di Reverse Mentoring efficace
Affinché il reverse mentoring sia davvero efficace, è importante dotarsi di un piano d’azione, con obiettivi, aspettative e strategie chiare.
Eleva accompagna le aziende ad introdurre piano di reverse mentoring con un percorso strutturato in più fasi:
- Mappatura:
- Definizione di una mappa delle competenze presenti in azienda e individuazione delle aree di miglioramento dei collaboratori senior;
- Conduzione di attività di assessment per individuare le persone più adatte per poter fare da mentor;
- Ingaggio: un momento di riflessione sull’impatto della sinergia tra generazioni, sulle sfide e opportunità che la digitalizzazione e i cambiamenti organizzativi portano con sé, sia nel mondo del lavoro che e nella sfera privata;
- Train the mentor: momento di formazione e accompagnamento per i Mentor per ricoprire il nuovo ruolo;
- Reverse Mentoring: avvio dell’attività vera e propria, con la possibilità di richiedere supporto di una figura facilitatrice.